CASPAR DAVID FRIEDERICH (Greifswald 1774-Dresda 1840) fu uno dei maggiori rappresentanti del paesaggio simbolico. Trascorse un’infanzia difficile; morì prima il fratello per salvarlo dall’annegamento e poi in un incidente la sorella. Queste circostanze probabilmente influirono abbastanza sulla singolare malinconia di Friederich. Tra il 1794 e il 1798 frequentò l’accademia d’arte di Copenaghen. Dopo un soggiorno a Berlino si stabilì a Dresda dove fu in contatto con Philipp Otto Runge e Johan Ludwig Lund. Alla fine degli anni ’90 del ‘700 risalgono oltre all’Autoritratto anche le scene realizzate per I Masnadieri. I primi anni dell’800 iniziò a dedicarsi alla paesaggistica, eseguendo numerosi studi nell’isola di Rügen. Nel 1805 fu premiato per due opere la Processione al Crocefisso e Pescatori a riposo nel lago al concorso di Weimar. Negli stessi anni si dedicò al ciclo Fasi del giorno, l’Età dell’uomo e Quattro stagioni, di cui oggi si è conservato solo Estate. Nel 1824 fu nominato professore dell’Accademia di Dresda, ma dopo alcuni anni le sue condizioni di salute si aggravarono e nel 1840 morì. Tra le sue opere più famose possiamo ricordare Il Viandante sul mare di nebbia (1818), dipinto simbolo e manifesti del Romanticismo.
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Patrizia Bertini Malgarini
PATRIZIA BERTINI MALGARINI (Roma 1951) è professore ordinario di Storia della lingua italiana presso l’Università LUMSA di Roma. I suoi interessi scientifici si sono concentrati sul linguaggio filosofico italiano del XVI secolo, prassi e linguistica di Giordano Bruno, il linguaggio della medicina di Dante e la diffusione della lingua e cultura italiana al di fuori dei confini nazionali. Ha inoltre indagato il tema della storia dialettale tra Sei e Ottocento, il rapporto tra lingua e dialetto (Dialetti e letteratura) e il ruolo svolto dalla Chiesa nella storia della lingua italiana in particolare durante la Controriforma. Altri interessanti contributi sono stati quelli sulla ricostruzione della lingua della gastronomia italiana su Pellegrino Artusi e sul Ricettario di Ghersi. Per Ilisso ha scritto la prefazione del volume Impallidisco la notte e faccio giorno (2006).
Mario Strati
MARIO STRATI (Samo di Calabria, 1941) si è laureato in materie letterarie a Messina, città dove ha lavorato dapprima, nella facoltà di magistero, come assistente ordinario di lingua e letteratura italiana e, attualmente, nella facoltà di scienze della formazione, come professore aggregato di letteratura italiana, letteratura italiana contemporanea, tecniche del linguaggio giornalistico e narrativo. Vive a Locri. Ha fatto parte, a Maropati, del comitato scientifico della Fondazione Seminara (con A. Piromalli, L.M. Lombardi Satriani, G. Lombardo, A.M. Morace) e per brevissimo tempo, a Locri, del comitato scientifico del “Giugno Locrese” (presieduto da W. Pedullà). Ha scritto versi per venticinque anni (alcuni visti e apprezzati da G. Baldini e N. Ginzburg). Nel 2000 ha vinto, a Bologna, con il romanzo Nella pianura degli asfodèli, il premio di narrativa italiana inedita Arcangela Todoro-Faranda 1999.