Giovanni Marghinotti

GIOVANNI MARGHINOTTI (Cagliari 1798- 1865) si formò a Roma all’Accademia di S.Luca. Tra il 1831 e il 1833 realizzò un ritratto di Carlo Alberto a Torino, dove si trattenne fino al 1837. Si trasferì poi alla Cagliari dove nel 1842 gli fu conferita la nomina a socio onorario dell’Accademia Albertina di Torino e nel 1844 quella di “Virtuoso di merito al Pantheon” di Roma. Negli stessi anni gli vennero commissionate opere legate ad avvenimenti storici dal casato sabaudo che lo nominò pittore di camera di Sua Maestà e insegnante di disegno e pittura presso l’Accademia Albertina. In Spagna nel 1854 fu insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine di Carlo III e nel 1856 tornò definitivamente in Sardegna. Giovanni Marghinotti fu un pittore molto stimato durante la sua epoca e numerosi esponenti di facoltose famiglie gli commissionarono i propri ritratti. I suoi soggetti, definiti “sardo-romani”, si ispirarono alla cultura romantica, in particolare a quella di Hayez. Si dedicò inoltre alla rappresentazione di scene popolaresche della Sardegna, che in alcuni tratti richiamano la pittura del Goya, mentre nei paesaggi naturalistici per il rigore scientifico lo si può accostare a Constable e a Corot per il cromatismo tonale.

Benedetto Caltagirone

BENEDETTO CALTAGIRONE insegna come professore associato Antropologia culturale nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Cagliari. È autore di diversi contributi sulla storia degli studi etnoantropologici. Tra le sue opere possiamo ricordare: Animali perduti : abigeato e scambio sociale in Barbagia (1989); Antropologia, storicismo e marxismo (1978) e Identità sarde : un’inchiesta etnografica (2005).

Antonio Bresciani

ANTONIO BRESCIANI (Ala 1798 – Roma 1862) dopo la prima infanzia trascorsa nel paese natio, dal 1814 si trasferì con la famiglia a Verona, tappa fondamentale per i suoi studi. Dopo gli studi di teologia nel 1821 fu ordinato sacerdote. Tra il 1828 e il 1835 fu rettore del convitto di Genova e di Torino, dove tornò a seguito di tre anni trascorsi a Modena, su richiesta di Carlo Alberto. Nel 1843 ricevette la nomina provinciale delle sedici case della Compagnia nel Regno Sardo, fino al 1846. Negli anni successivi, nonostante le polemiche che imperversavano contro i Gesuiti, riuscì a scrivere e pubblicare un lavoro sulla Sardegna, Dei costumi dell’isola di Sardegna comparati cogli antichissimi popoli orientali. Collaborò inoltre anche con la redazione di “Civiltà cattolica”, curando, sotto forme narrative la parte più amena della rivista, per la quale scrisse dei romanzi a puntate. Morì a Roma nel 1862, lasciando diciassette volumi delle sue opere.