Domenico Bruschi

DOMENICO BRUSCHI (Perugia 1840-Roma 1910) fu allievo dell’Accademia di Perugia e di Firenze. La sua attività cominciò nella sua città natale decorando la cappella della chiesa di S.Pietro e quella di S. Domenico. L’opera che gli permise di acquisire una certa fama furono gli affreschi del Consiglio provinciale nel palazzo della prefettura. Nel 1875 fu impegnato nella decorazione della cappella del Crocifisso ai SS. Apostoli di Roma, città dove visse e lavorò negli anni successivi. Lavorò inoltre come decoratore in numerosi centri minori dell’Umbria e nel 1905 espose alla VI Internazionale di Venezia. La sua ultima opera fu la decorazione del Monte di Pietà di Vicenza, eseguita tra il 1907 e il 1909. Di Bruschi restano anche alcuni scritti: Cenni sugli stili dell’ornamento (1886); Pensieri sull’arte della pittura nel Rinascimento. Discorso tenuto all’Accademia di Belle Arti di Perugia nel 1885 (1886). Morì a Roma nel 1910.

Antonello Mattone

ANTONELLO MATTONE (Sassari 1947) laureato in Giurisprudenza, dal 1991 è professore ordinario di Storia delle istituzioni politiche. Dal 2001 è direttore del Dipartimento di Storia e delegato rettorale alle attività culturali e sociali. È inoltre membro della commissione permanente per i congressi di Storia della Corona d’Aragona e delle riviste «Annali di storia delle Università italiane» e «Rivista storica italiana». Il professor Mattone fa parte inoltre del comitato scientifico per la pubblicazione degli Atti dei Parlamenti sardi (Acta curiarum Regni Sardiniae) della Regione Sardegna, di quello della fondazione Antonio Segni e dei «Quaderni per la storia dell’Università di Padova». È infine membro del Consiglio dei docenti del Dottorato di ricerca in Storia delle Istituzioni politiche medioevali e moderne dell’università di Messina. Nel 2005 è stato nominato commendatore della Repubblica Italiana e dal 2006 è presidente dell’Ersu di Sassari. Attualmente è vicepresidente dell’Ente Concerti-Teatro di tradizione “De Carolis”.

Giuseppe Manno

GIUSEPPE MANNO (Alghero 1786 – Torino 1868) di famiglia appartenente al patriziato cittadino, nel 1804 conseguì la laurea presso la Facoltà di Legge di Cagliari. Tra il 1825 e il 1827 fu impegnato nella scrittura e nella pubblicazione della Storia di Sardegna. Negli anni seguenti si dedicò poi alla sua vocazione letteraria, pubblicando i saggi Sui vizii dei letterati e sulla Fortuna delle parole, i quali gli permisero di acquisire una fama nazionale favorendogli la nomina ad accademico della Crusca. Il 1842 fu l’anno del suo capolavoro la Storia moderna della Sardegna, che pur con giudizio apertamente conservatore, traccia una potente raffigurazione delle drammatiche vicende degli anni 1773-99. Tra il 1849 e il 1855 fu eletto presidente del Senato del Regno e presidente della Corte Suprema di Cassazione, seguendo i problemi relativi alle ferrovie e agli interventi di colonizzazione. Nel 1868, anno della sua morte, pubblicò il suo ultimo libro, Note sarde e ricordi, su alcuni episodi della sua vita privata e della lunga carriera.