Melkiorre Melis

MELKIORRE MELIS (Bosa 1889-Roma 1982) quarto di otto fratelli e figlio d’arte, si formò con Emilio Scherer e nel 1909, grazie a un sussidio del Comune, si trasferì a Roma dove si iscrisse all’Accademia di Belle Arti. A seguito di un corso diretto da Cambellotti, realizzò le sue prime ceramiche sarde. Dopo aver esposto nel 1914 lasciò Roma per tornare a Bosa, dove strinse amicizia con Giuseppe Dessì. Il 1916 è l’anno della Prima Esposizione Artistica Sarda alla quale partecipa con L’ucciso. Nel 1920 assunse la direzione della “Rivista Sarda” e collaborò con “Il giornalino della domenica”. L’anno successivo gli fu commissionata la decorazione della Sala Sarda presso la Casa d’Arte Bragaglia di Roma e vinse il primo e secondo premio del Concorso nazionale per un cartello indetto dal quotidiano “Il Messaggero”. Nel 1923 allestì la sezione sarda alla I Biennale delle arti decorative di Monza, dove esposero molti noti artisti isolani, tra cui Francesco Ciusa. Nel 1930 partecipò alla XII Biennale di Venezia  e l’anno dopo alla Prima Quadriennale D’Arte Romana. Nel 1934 trasferitosi a Tripoli alla direzione della Scuola Musulmana di Mestieri ed Arti Indigene, propose una fusione di stili, realizzando vari pezzi per Bengasi e Tripoli. Nel 1948 fu nominato ispettore per la CNA (Confederazione Nazionali Artigiani ) delle attività artigiane ed industriali della ceramica in Roma. Presentandosi a Sassari nel 1951 ricevette il Premio della città per la pittura ed organizzò una mostra con opere aventi per soggetto la “caccia Nuragica”. Tra il 1952 e il 1965 insegnò presso la Scuola d’Arte di Roma. Dal 1966 dicise di dedicarsi esclusivamente alla pittura con soggetto sardo. Morì a Roma nel 1982.

Giovanni Lupinu

GIOVANNI LUPINU (Sassari 1967) dopo la laurea in Lettere conseguita nel 1990 e due anni di dottorato di ricerca in Filologia latino-italica a partire dal 1992 diviene professore di ruolo di latino e italiano nei licei e dal 1994 ricercatore di Glottologia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Sassari, dove attualmente insegna. Tiene convegni e seminari in Italia e all’estero, in particolare sulla linguistica sarda e fa parte del collegio dei docenti del dottorato di ricerca “Il Mediterraneo in età classica: storie e culture”. Èvicedirettore del CREDES, socio del Centro di Studi Filologici Sardi e direttore della rivista Bollettino di studi sardi. Il professor Lupinu fa inoltre parte della Commissione tecnico-scientifica della Regione Sardegna che propone iniziative per la salvaguardia del sardo come lingua minoritaria, per la quale ha coordinato la ricerca sociolinguistica Le lingue dei sardi (2006).

Gino Bottiglioni

GIULIO GINO BOTTIGLIONI (Carrara 1887 – Bologna 1963) ammesso alla Normale di Pisa, si laureò in Glottologia e perfezionò l’anno seguente a Firenze. Tra il 1912 e il 1923 fu professore nelle scuole medie, attività che lo condusse a Cagliari, fra il 1915 e il 1918 e dal 1924 al 1926 fu preside presso il liceo Manin di Cremona. Nel 1927 vinse una cattedra di grammatica comparata presso l’Università di Cagliari e poi a Pavia e successivamente a Bologna, dove rimase fino al 1957. Il lavoro principale del Bottiglioni, frutto di una lunga attività d’inchieste pluriennali è l’ Atlante linguistico etnografico italiano della Corsica, pubblicato a Pisa in dieci volumi tra il 1933 e il 1944. L’opera testimonia la propensione allo studio dei fatti folclorici. Fra i numerosi altri lavori si palesa un’attenzione non episodica per le lingue dell’Italia antica, per i processi di strutturazione del dominio romanzo e per i problemi del sostrato.