Maria Lai

MARIA LAI (Ulassai 1919-Cardedu 2013) trascorre l’infanzia a Ulassai dove nei mesi invernali, a causa della salute cagionevole, salta la scuola e si dedica al disegno. A Cagliari, dove frequenta le scuole secondarie, conosce S. Cambosu, suo maestro di italiano. Nel 1939 si iscrive al liceo artistico di Roma e dopo il diploma va ad abitare a Venezia e studia presso l’Accademia delle Belle Arti. Nel 1945 torna in Sardegna, dove resta fino al 1954 e stringe amicizia con Foiso Fois. Dopo la morte del fratello torna a Roma e tiene la sua prima personale e collabora negli anni ’60 con G. Dessì, suo dirimpettaio. Nel 1971 è colpita da un altro lutto, la morte del secondo fratello. Gli anni ’70 sono caratterizzati da un’importante produzione artistica che le permetterà di partecipare alla Biennale di Venezia. Il decennio successivo lavora prevalentemente a copertine e comincia le prime operazioni sul territorio, un esempio è l’opera Legarsi alla Montagna. Negli anni ’90 introduce nella sua produzione artistica reinterpretata segni e disegni e fili e corde di telaio e questi lavori verranno molto apprezzati anche a livello internazionale. Gli ultimi anni della sua vita si trasferisce a Cardedu e a Ulassai e nel 2006 viene inaugurato il Museo d’arte contemporanea della Stazione dell’arte dove sono presenti 140 pezzi di Maria Lai, mentre altre opere sono conservate a Palazzo Grassi, a Palazzo Mirto e Villa Borghese.

Qui di seguito alcune sue opere edite dalla Ilisso:
Tenendo per mano l’ombra
Maria Pietra
La capretta

Bruno Rombi

BRUNO ROMBI (Calasetta 1931) vive da oltre 40 anni a Genova. Personaggio eccletico è al tempo stesso poeta, critico letterario, pubblicista e pittore. Ha partecipato a convegni letterari in molti paesi europei e le sue pubblicazioni sono state tradotte in diverse lingue. Si sono occupati della sua opera alcuni critici fra i quali Pino Boero, Franco Croce, Giorgio Barberi Squarotti, Giovanni Mameli. Inolte collabora con quotidiani e periodici ed ha curato per anni il supplemento letterario “Letture d’Oggi” del quotidiano genovese “II Lavoro” Recentemente è stata pubblicata una sua antologia di poesie, nel 2008, il romanzo Un donna di carbone, nel 2005 e una raccolta completa delle sue opere dal titolo Il viaggio della vita.

Salvatore Cambosu

SALVATORE CAMBOSU (Orotelli 1895 – Nuoro 1962), iniziò gli studi a Nuoro, come tanti che provenivano dai paesi del circondario e completò la sua formazione negli atenei di Padova e Roma, affinandosi così come intellettuale a tutto tondo. Fece ritorno nella sua isola da insegnante elementare; da giornalista intrattenne stretti rapporti con riviste quali “Il Politecnico”, “Nord e Sud”, il “Mondo” e “Ichnusa”. Collaborò con “L’Unione Sarda” su cui pubblicò a puntate Il carro e scrisse numerosi racconti brevi, di frequente pubblicati dalle stesse riviste alle quali egli contribuì. Le sue opere narrative più note: Lo zufolo (1932), Miele amaro (1954) e Una stagione a Orolai (1954). Morì a Nuoro il 21 novembre 1962. Sono usciti postumi Il Supramonte di Orgosolo (1988), Due stagioni in Sardegna (1992), Lo sposo pentito (1992) e il volume che raccoglie i due racconti lunghi L’anno del campo selvatico e Il quaderno di Don Demetrio Gunales (1999).