Edina Altara

EDINA ALTARA (Sassari 1898-Lanusei 1983) sin dall’infanzia mostrò una grande propensione per il disegno e cominciò da autodidatta. Nel 1917 il re Vittorio Emmanuele III acquistò uno dei suoi collage alla Società Nella terra degli intrepidi sardi, che ora è esposto al Quirinale. Si sposò con l’illustratore Vittorio Accornero de Testa insieme al quale lavorò come illustratrice art déco. Negli anni ’30 si dedicò anche alla ceramica e alla moda tanto che nel 1934, dopo la separazione dal marito, aprì a Milano un atélier. Tra il 1941 e il 1943 lavorò con la rivista “Grazia” e dal 1942 con “Bellezza”, diretta da Gio Ponti del quale dopo pochi anni divenne collaboratrice. Fra gli anni ’40 e ’60 il suo interesse si indirizzò anche verso progetti d’arredo che furono pubblicati in autorevoli riviste d’arredo come “Stile” e “Domus”. Numerosissimi furono le riviste e i periodici che riportavano suoi disegni e illustrazioni per racconti, moda e pubblicità, tra questi possiamo ricordare: Il Secolo XX; Il Gionalino della Domenica; Lidel; Fantasie d’Italia e Scena Illustrata. Le sue opere, che inclusero anche cartolini, dipinti e giocattoli di carta, sono considerati di straordinaria modernità.

Maria Cristina Lavinio

MARIA CRISTINA LAVINIO insegna Linguistica educativa presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari. Per anni è stata docente di Glottodidattica all’Università per stranieri di Perugia e ha tenuto numerose conferenze su tali argomenti in giro per il mondo e in vari Istituti italiani di Cultura. I suoi filoni di ricerca hanno spesso avuto delle interessanti ricadute applicative nel settore dell’educazione linguistica e letteraria, con particolare riferimento alla didattica dell’italiano e dei problemi legati alla comunicazione didattica e all’interazione verbale in classe. Più precisamente i filoni di ricerca seguiti in questi anni sono stati: di tipo linguistico-testuale, sul versante dell’oralità nelle manifestazioni artistico-verbali e di tipo socio-linguistico e del parlato. Inoltre la professoressa si è interessata a studi riguardanti la scrittura di numerosi narratori sardi, sia per reperirvi regionalismi più o meno intenzionali che per coglierne la funzione all’interno dell’organizzazione complessiva del testo.

Francesco Mango

FRANCESCO MANGO (Acri 1856 – Napoli 1900) calabrese, collaboratore dell’Archivio per lo Studio delle Tradizioni Popolari (ASTP) fece parte di quella schiera di insegnanti che spostandosi in varie regioni, guardava con interesse alle culture locali con cui entrava in contatto, raccogliendo spesso preziose documentazioni. Tra il 1886 e il 1890 Mango risiedette a Cagliari, dove sposò Emilia Lippi, e negli stessi anni pubblicò Novelline popolari sarde. Dai dati raccolti sulla sua vita, negli anni successivi, probabilmente tra il 1896 e il 1897 fu nominato professore di Letteratura italiana presso l’università di Genova, dove però, a causa della malattia, rimase poco tempo. Si trasferì infine a Napoli, dove morì nel 1900. La sua produzione fu piuttosto ricca e variegata, andò dagli interessi per il mondo e la letteratura popolare e regionale a quella per autori e problemi della letteratura italiana.