Mauro Manca

MAURO MANCA (Cagliari 1913-1969) di origini sassaresi, dopo un periodo a Venezia visse e studiò a Sassari. Nel 1934 frequentò, seppur sporadicamente, la Scuola di Incisione diretta da Dessy ed iniziò presto ad esporre. Nel 1936 si laureò in Giurisprudenza e fu ammesso alla Mostra d’Arte dei Littoriali di Venezia, continuando ad esporre a Sassari. Nel 1938 si trasferì con la famiglia a Roma dove frequentò Marinetti, Severini e fu attivo nel GUF. Durante la guerra fu arruolato e tornò in Sardegna, a Sassari, dove insegnò, espose e mostrò una certa svolta espressionista. Dopo la guerra fece ritorno a Roma, riprendendo i legami intrattenuti precedentemente e suscitando a volte grandi polemiche per la sua produzione. Dopo aver lavorato un breve periodo al Ministero della Guerra, alla fine del 1949 vinse il premio della Fondazione Umiastowska. Gli anni ’50 furono segnati da una ripresa della sperimentazione e un avvicinamento al metafisico surreale. Ottenne dalla Soprintendenza incarichi di restauro, la realizzazione delle scenografie del film La maschera nera e assunse la direzione di una galleria privata, L’Aureliana. Alla fine degli anni ’50 sostituì a sperimentazioni astrattiste una figurazione stilizzata, con ispirazioni alla civiltà nuragica. In questi anni si dedicò prevalentemente a progetti grafici per riviste ed enti, nel 1957 si aggiudicò il Premio Sardegna alla Biennale di Nuoro con L’ombra del mare sulla collina ed espose alla Rome-New York Art Foundation. Nel 1959 tornò nell’isola a dirigere l’Istituto d’Arte di Sassari e si impegnò nella riorganizzazione dell’arte isolana attraverso varie iniziative, collaborando con l’ISOLA. Nel febbraio del 1969 morì a seguito di una malattia.

Marco Manotta

MARCO MANOTTA insegna letteratura italiana contemporanea presso l’Università degli studi di Sassari. Di formazione bolognese e fiorentina (maestri Guido Guglielmni e Domenico De Robertis), ha pubblicato i volumi Luigi Pirandello (1998), Leopardi. La retorica e lo stile (1998) e La lirica e le idee. Percorsi critici da Baudelaire a Zanzotto (2004). Si è dedicato allo studio di temi del classicismo e di poesia moderna e contemporanea. Negli ultimi anni i sui interessi si sono allargati al settore della narrativa, con studi su Alvaro, Manganelli, Seminara e Brancati, e nella narrativa sarda ha prestato particolare attenzione a Satta, Lussu, Angioni, Mannuzzu e Pira. Infine ha collaborato e collabora tuttora a diverse riviste come “Studi italiani”, “Per leggere”, “Il verri”, “Moderna”, “Semicerchio”.

Fortunato Seminara

FORTUNATO SEMINARA nasce nel 1903 a Maropati (Reggio Calabria). Proveniente da una famiglia di piccoli proprietari, si laurea in legge a Napoli nel 1927; emigra in Svizzera, dove entra in contatto con gli ambienti dell’antifascismo. Nel 1932 ritorna definitivamente in Calabria. Alla gestione del piccolo podere avito fa riscontro un costante interesse per la scrittura narrativa. Si rivela al mondo letterario col romanzo ‘contadino’ Le baracche (1942). La tematica paesana, col suo realismo tragico e arcaico, segna anche le migliori prove successive: Il vento nell’oliveto (1951), La masseria (1952), Disgrazia in casa Amato (1954), il dittico La fidanzata impiccata e Il diario di Laura (1956), e la raccolta di racconti Il mio paese del Sud (1957). Muore a Grosseto nel 1984.