Umberto Boccioni

UMBERTO BOCCIONI (Reggio Calabria 1882 – Chievo 1916) pittore e scultore, fu uno dei principali esponenti del Futurismo. Trascorse la sua infanzia in diverse città italiane a causa degli spostamenti cui era costretto il padre per motivi di lavoro. A Catania ottenne il diploma tecnico e a cavallo tra ‘800 e ‘900 iniziò a collaborare con alcuni giornali locali e a scrivere il suo primo romanzo Pene dell’anima. Nel 1901 si trasferì a Roma dove apprese i primi rudimenti di pittura e conobbe Severini, Balla e Sironi, con i quali strinse una duratura amicizia. Nel 1907, dopo un viaggio all’estero, si iscrisse al Regio Istituto di Belle Arti di Venezia e iniziò le prime esperienze di incisione. Lo stesso a Milano divenne amico di Romolo Romani e Previati e divenne socio della Permanente. Nel 1910 incontrò il gruppo dei divisionisti e scrisse con altri esponenti il Manifesto dei pittori futuristi. Le sue opere, pittoriche e scultoree seppero sempre esprimere efficacemente concretezza della materia e l’idea dello spostamento nello spazio. Nel 1915 partecipò alla prima guerra mondiale come volontario e l’anno successivo morì cadendo da cavallo a Chievo, dove oggi si trova la sua lapide commemorativa.

Corrado Alvaro

CORRADO ALVARO è nato nel 1895 a San Luca (RC). Arruolato nel 1915, viene ferito alle braccia e congedato con una decorazione. Comincia a collaborare, come redattore senza firma, al Corriere della Sera. Nel 1921 è a Parigi, dove scrive il suo primo romanzo, L’uomo nel labirinto. Come corrispondente da Parigi, entra a far parte della redazione del Mondo. Nel 1926 è segretario di redazione di 900. Diventa amico di Pirandello e sottoscrive la risposta di Croce al Manifesto degli intellettuali fascisti. Intanto l’attività creativa prende una svolta con la pubblicazione delle raccolte di racconti L’amata alla finestra e Gente in Aspromonte, e dei romanzi Vent’anni e Il mare. Col romanzo L’uomo è forte vince il Premio dell’Accademia d’Italia del 1940. Tra le ultime cose, da segnalare il romanzo L’età breve (1946), il diario Quasi una vita (1950), la raccolta di articoli Il nostro tempo e la speranza (1952). Per il teatro scrive e fa rappresentare, nel 1949, la tragedia Lunga notte di Medea. Muore a Roma l’11 giugno 1956.

Aldo Maria Morace

ALDO MARIA MORACE (Reggio Calabria 1950) è professore ordinario di Letteratura italiana presso l’Università di Sassari, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia e direttore della Scuola di Dottorato in Scienze dei sistemi culturali. Ha pubblicato saggi sui più grandi scrittori fra i quali Dante, Tasso, Campanella, su autori dell’800 e del ‘900. È socio ordinario dell’Accademia dell’Arcadia, di quella del Parrasio e della Società Internazionale di Studi Francescani, presidente della Fondazione “Corrado Alvaro”, direttore delle collane “Scrittori di Calabria” e “Studi e testi alvariani” e della rivista “Crocevia”. Nel 1991 ha vinto il Premio “Giuseppe Calogero” per la saggistica; nel 2000 ha vinto il XIV premio “Magna Grecia”; nel 2003 il premio “Anassilaos” per la ricerca; nel 2007 il premio speciale Grinzane-Pavese. È presidente del premio “Corrado Alvaro” e componente della commissione giudicatrice del premio “Grazia Deledda” e del premio “Cala di Volpe”. È inoltre ideatore e realizzatore del parco letterario dedicato a Corrado Alvaro.