Antonio Ballero

ANTONIO BALLERO (Nuoro 1864 – Sassari 1932) è quello che può definirsi un artista di transizione. Visse a cavallo tra Otto e Novecento, maturando la sua vocazione artistica prevalentemente a Nuoro. Dopo aver frequentato il liceo a Cagliari non proseguì gli studi universitari. Diviso tra l’esempio della Deledda e di Satta, fu un’artista-intellettuale curioso e versatile esitando a lungo tra pittura e letteratura. Tra le sue opere letterarie ricordiamo Don Zua e Vergini bionde. Di grande rilievo fu la sua carriera nell’arte figurativa, alle quale poi si dedicò interamente. Tra le sue opere più rappresentative possiamo ricordare l’Autoritratto al sole, esposto nel 1908 alla Quadriennale di Torino. Il suo intento artistico era quello di dare una nuova immagine alla Sardegna barbaricina, nei suoi miti, riti e tradizioni, ma soprattutto attraverso la solennità dei paesaggi, dei quali fu cantore. Insegnò in diversi istituti tra i quali  l’Istituto Artistico Industriale di Sassari. Nel 1919 sposò l’artista faentina Ofelia Verzelloni la cui devozione non venne mai meno neppure dopo le seconde nozze di Ballero.
Morì a Sassari nel 1932 e fu sepolto a Nuoro. Nello stesso anno furono organizzate due retrospettive una a Nuoro, all’ospedale San Francesco e l’altra a Cagliari presso la galleria Palladino.

Edward Francis Finden

EDWARD FRANCIS FINDEN (Londra 1792-1857) fu un incisore inglese, allievo di James Mitan. Durante la sua attività si occupò insieme al fratello di illustrare diversi volumi di famosi scrittori quali Victor Hugo e Lord Byron. I suoi lavori divennero molto popolari soprattutto nel XIX secolo. Parte delle sue opere più faose sono raccolte nel volume The Ports, Harbours, Watering Places and Coasts Scenery of Great Britain.
Alcune sue opere rappresentano paesaggi della Sardegna, fra questi possiamo ricordare le incisioni da disegno di William Henry Smyth The Belfry of Oristano, The façade of the Cathedral of Sassari, The front of the Jesuits College at Cagliari, Roman bridge at Porto Torres pubblicate nel volume Sketch of the present state of the Island of Sardinia, by capitain W.H.S. dello stesso W.H. Smyth nel 1827. Insieme all’illustratore W. Westall diede vita alla splendida incisione Cagliari, Sardinia del 1836, pubblicata a Londra nel volume Finden’s illustration of the life and works of Lord Byron.

William Westall

WILLIAM WESTALL (Hertford1781-Londra1850) fu un famoso paesaggista inglese. Nel 1799 fu ammesso alla Royal Academy School dove studiò per un breve finché non fu inviato in una spedizione in Austrialia e poi in Cina. Durante questi viaggi produsse un gran numero di  disegni che sfortunatamente andarono in parte distrutti. Solo successivamente, furono ritrovati e restaurati e ora appartengono alla libreria della Royal Commonwealth Society. Nel 1805, dopo aver trascorso un periodo in India, fece ritorno a Londra dove dipinse ed espose View of the Bay of Pines alla Royal Accademy. Continuò a viaggiare e dipingere paesaggi e nel 1808 espose presso la Associated Artists. A metà dell’800 gli furono commissionati dipinti sull’Australia e da diversi editori londinesi acquerelli per illustrare volumi di storia utilizzati nelle scuole. Tra i suoi dipinti più famosi ricordiamo Picturesque Tour of the River Thames (1828), mentre per quanto riguarda la Sardegna, a lui si deve il disegno dell’incisione di Finden Cagliari, Sardinia del 1836, pubblicata a Londra nel volume Finden’s illustration of the life and works of Lord Bayron. Westall sebbene divenne associato dal 1812 alla Royal Accademy, ed espose più di settanta dipinti tra il 1801 e il 1849, non riuscì mai ad essere nominato accademico. Morì a Londra nel 1850.

Marianne Sin Pfältzer

MARIANNE SIN PFÄLTZER (Hanau 1926-Nuoro 2015) grande fotografa tedesca, è cresciuta ad Hanau dove ha frequentato il collegio dando sin dall’inizio prova della sua attitudine all’artigianato e grande attenzione alla cultura materiale. Poco più che ventenne istituisce la “Internationaler Jugendbund” e nel 1947 la madre apre un piccolo atelier fotografico. Nel 1950 Marianne parte per la Sardegna come educatrice presso una famiglia e qui scatta numerose foto. Nel 1952 tornata in Germania a Monaco studia fotografia per anno e nel 1954 parte per la Francia acquisendo rigore compositivo e una tecnica ineccepibile e raffinata. Durante questo soggiorno frequenta gli atelier dei più noti fotografi dell’epoca e intraprende la libera professione. L’anno successivo torna in Sardegna, gira l’isola e scatta moltissime fotografie in vari paesi. Collabora con grandi agenzie fotografiche, in particolare tedesche, e si dedica alla ritrattistica di grandi artisti e personaggi di rilievo. Nel 1958 si associa alla BJV (Bayerische Journalisten-Verband) e nello stesso anno viene pubblicato un libro con le sue immagini dal titolo Sardegna quasi un continente e allestisce una mostra a Cagliari e a Roma, la prima di numerose che si svolgeranno nei decenni successivi. Tra le pubblicazioni dedicate alle sue fotografie possiamo ricordare: Mal di Sardegna. Alla scoperta dell’isola millenaria (1963); Sardinien (1964); Stummel (1969); Memorie di Sardegna. Venticinque foto-grafiche (1976). La fotografa continua per anni a girare per il mondo per il suo lavoro. Nel 1976 realizza una tecnica originale, la Foto-batik che la avvicina al mondo del design tessile. Al 2003 risale la sua ultima esposizione e dal 2005 si stabilisce definitivamente in Sardegna, dove risiede attualmente e collabora con la Ilisso.

Pino Melis

PINO MELIS (Bosa 1902-Roma 1985) fratello dell’artista Melkiorre, esordì a 14 anni da autodidatta con alcuni figurini di moda. L’anno successivo espose a Milano alla Mostra Sarda, insieme ad altri grandi artisti isolani, dieci tempere dal titolo Piccoli canti di Sardegna. Iniziò presto a collaborare con varie riviste tra le quali “Il giornalino della Domenica”. Nel 1921 dopo aver esposto diversi acquerelli, disegni e tempere a Cagliari, si trasferì a Roma, dove collaborò ai periodici “Cordelia”, “Juventus pro Juventute” e il “Fanciullo per il Fanciullo”. Negli anni ’20 espose presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, alla I Biennale d’Arte Sarda di Sassari e a Cagliari alcune ceramiche e miniature. Negli anni ’30 continuò ad illustrare volumi, collaborò con i periodici “Il Balilla”, “La Piccola Italiana” e “Famiglia Fascista” e nel 1934 tenne una personale a Ginevra in collaborazione con l’editoria cattolica, che intensificò poi negli anni ’40. Nel decennio successivo illustrò numerosi volumi tra i quali La bella addormentata nel bosco (1946), La bàita (1953), Nei misteri del passato (1958) e tanti altri. A testimoniare il suo impegno nell’ambito dell’arte sacra fu la partecipazione alla Mostra d’arte sacra di Parma nel 1966, mentre nel 1970 allestì una personale a Cagliari. Tra il 1972 e il 1981 la sua attività si concentrò prevalentemente sulla realizzazione di miniature a tempera. Nel 1985 morì a Roma a seguito di una caduta sulla neve.

Bernardino Palazzi

BERNARDINO PALAZZI (Nuoro 1907-Roma 1986) dopo aver studiato a Sassari e all’Accademia di Francia a Roma, trascorse qualche mese a Firenze dove frequentò lo studio del pittore Felice Carena e si trasferì in Veneto. Nel 1925 partecipò alla I Esposizione degli Artisti a Venezia e alla IV Esposizione d’Arte delle Tre Venezie. Nel 1929 si trasferì a Milano dove frequentò l’ambiente artistico e intellettuale del cenacolo di Bagutta. Gli anni successivi continuò ad esporre sia in Italia che all’estero, a Monaco e a Vienna, comparendo accanto ai grandi come Carrà, De Chirico, Sironi, Morandi. Tra il 1934 e il 1950 collaborò con la International Exhibition of Paintings di Pittsburgh. Il 1935 fu l’anno della realizzazione della sua opera simbolo Bagutta, e negli stessi anni cominciò la collaborazione con importanti quotidiani e riviste. Durante gli anni della guerra proseguì l’attività artistica e espositiva, allestendo una personale nel 1947 a Biella e l’anno successivo partecipò alla XXIV Biennale di Venezia. Nel 1950 decise di trasferirsi a Sanremo e tra il 1952 e il 1953 realizzò su commissione un’opera per il Consiglio Regionale di Cagliari. Espose poi presso il Teatro Civico di Sassari e a Parigi nei saloni dell’ENIT. Nel 1959 si aggiudicò ex aequo il premio Bagutta-Spotorno e nel 1961 portò a compimento il suo lavoro più impegnativo come illustratore Storia della mia vita di Giacomo Casanova e nel 1970 le tavole per la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Nel 1986 si spense nel suo studio romano.

Giovanni Ciusa Romagna

GIOVANNI CIUSA ROMAGNA (Nuoro 1907-1958) importante pittore del ‘900, manifestò sin da piccolo la sua passione per il disegno, per questo nel 1922 studiò presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze, dove rimase fino al 1925, anno della morte del padre, quando fu costretto a interrompere gli studi, che riprese dopo, e tornare in Sardegna. A partire dallo stesso anno partecipò a rassegne d’arte nazionali e soggiornò per brevi periodi a Venezia e a Roma. Decise di vivere nella sua isola e tra il ’32 e il ’34 diresse una scuola artigiana a Nuoro, poi a partire dal 1934 insegnò disegno nelle scuole magistrali. Organizzò numerose mostre a Nuoro e alcune d’arte sacra. La sua arte fu influenzata dallo stile Secessione degli inizi del secolo e questo si può notare in particolare in alcune opere: Processione (1931) e Paesaggi d’Oliena (1933). Dopo il primo periodo, durante il quale la grafia dei contorni fu preponderante, il colore trinfò sul disegno. Questo lo si può notare nell’opera Ragazza di Orgosolo (1933) e alcuni dipinti della serie Processioni. Dalla fine degli anni ’30 segno e chiaroscuro emersero con incisività, fino a fondersi con il colore e con il tratto. Ciusa Romagna morì nel 1958 a Nuoro.

Giorgio Morandi

GIORGIO MORANDI (Bologna 1890-1964) è considerato uno dei più grandi pittori e incisori del ‘900 italiano. Sin dall’infanzia dimostrò una grande predisposizione per l’arte tanto che nel 1907 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Bologna dove si diplomò nel 1913. A seguito di un viaggio a Firenze, dove ebbe modo di confermare la sua predilezione per I primitivi e per Cézanne, Rousseau, Picasso e Derain, espose per la prima volta nel 1914 alcune nature morte dalla forte influenza cubista e futurista. Nel 1918 si avvicina alle opere metafisiche di Carrà e de Chirico che lo condussero ad una breve parentesi pittorica di genere metafisico. Negli anni ’20 le sue opere si fecero sempre più plastiche con oggetti comuni quali vasi, bottiglie, caffettiere e fiori che divennero i protagonisti dei suoi dipinti. Morandi non si spostò da Bologna, se non per brevi periodi, ma nella sua città prese parte alla vita intellettuale e artistica dell’epoca, partecipando a varie mostre tra le quali nel 1921 “Valori Plastici” a Berlino e tra il ’26 e il ’30 prese parte a quelle del “Novecento”. Si dedicò all’insegnamento di disegno, nelle scuole pubbliche, e nel 1930 per “chiara fama” e “senza concorso” gli fu affidata la cattedra di Tecniche dell’incisione presso l’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Nel 1939 in occasione della III Quadriennale ottenne un’intera sala dedicata alle sue opere e vinse il secondo premio per la pittura. Negli anni ’50 Morandi realizzò la maggior parte delle sue più pregevoli acqueforti, ed espose alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma, facendo parte in alcune occasioni anche della commissione di accettazione. Nel 1948 si aggiudicò il premio per la pittura alla Biennale di Venezia e nel 1953 quello per l’incisione e nel 1957 quello della Biennale di San Paolo. Negli ultimi anni visse e lavorò appartato nel suo studio di Bologna dove morì nel 1964.

Cy Twombly

CY TWOMBLY (Lexington 1928- Roma 2011) frequentò prima l’università a Boston e poi la Art Students League di New York dove entrò in contatto con i più grandi pittori americani degli anni ’50. Nel 1951 tenne la sua prima personale a Chicago. Gli anni successivi li trascorse viaggiando in giro per il mondo. Nel 1953 inaugurò la sua prima mostra a Roma, per poi trasferirsi nel 1957. Le sue opere si configurano come una variazione inedita dell’espressionismo astratto tra poetica informale e forte componente segnica, con un rapporto dialettico tra scultura e pittura. Nel 1965 espose in uno spazio museale in Germania, al Museum Haus Lange, e il1968 fu l’anno della sua prima retrospettiva a Milwakee. Nello stesso anno aprì uno studio a New York e nel 1975 uno a Roma. Negli anni ’70 diede vita alla serie Fifty Days at Iliam acquistato poi da un museo di Philadelphia. Partecipò alla Biennale di Venezia nel 1980 e nel 1988, continuando ad organizzare retrospettive sia in Europa che negli Stati Uniti. Nel 1990 ricevette la Showhegan Medal for Painting, nel ‘93 gli fu assegnata una laurea ad honorem e nel ’96 ricevette il Premium Imperiale in Giappone. Per tutti gli anni ’90 continuò ad esporre, soprattutto negli Stati Uniti e in Germania, dove nel 2000 al Kunstmuseum di Basel fu organizzata una grande retrospettiva di oltre sessanta sculture. Infine nel 2001 a Venezia ricevette il Leone d’oro alla carriera e nel 2002 il premio di scultura Costantino Nivola.

Ausonio Tanda

AUSONIO TANDA (Sorso 1926 – Roma 1988) è stato uno dei maggiori artisti sardi del dopoguerra. Si formò presso l’Istituto d’Arte di Sassari e nel 1951 si trasferì a Roma. L’anno precedente vinse ex aequo con Mauro Manca e Costantino Spada il premio “Città di Sassari” a cui ne seguirono altri tre: il I Premio alla Biennale di Arti Figurative di Nuoro, quello della Mostra di Arti Figurative di Cagliari e il Premio Giovanni Ciusa Romagna. Nel 1962 gli fu consegnata la Medaglia d’Oro della Presidenza della Repubblica alla VII Rassegna d’Arte di Termoli. L’anno successivo espose alla Mostra d’Arte Contemporanea di Palazzo Strozzi, vincendo ex aequo il premio della critica. Nel 1967 ricevette l’incarico di istituire il Liceo Artistico Statale a Cagliari che diresse fino al 1971. Gli furono commissionati numerosi lavori per collezioni pubbliche e private, sia in Sardegna che nel resto d’Italia. Alcune sue opere si possono ammirare presso l’Amministrazione provinciale e l’Università di Sassari, il Banco di Sardegna e le Camere di Commercio di Cagliari, Sassari e Nuoro. Morì nel 1988 a Roma.