Bernardino Palazzi

BERNARDINO PALAZZI (Nuoro 1907-Roma 1986) dopo aver studiato a Sassari e all’Accademia di Francia a Roma, trascorse qualche mese a Firenze dove frequentò lo studio del pittore Felice Carena e si trasferì in Veneto. Nel 1925 partecipò alla I Esposizione degli Artisti a Venezia e alla IV Esposizione d’Arte delle Tre Venezie. Nel 1929 si trasferì a Milano dove frequentò l’ambiente artistico e intellettuale del cenacolo di Bagutta. Gli anni successivi continuò ad esporre sia in Italia che all’estero, a Monaco e a Vienna, comparendo accanto ai grandi come Carrà, De Chirico, Sironi, Morandi. Tra il 1934 e il 1950 collaborò con la International Exhibition of Paintings di Pittsburgh. Il 1935 fu l’anno della realizzazione della sua opera simbolo Bagutta, e negli stessi anni cominciò la collaborazione con importanti quotidiani e riviste. Durante gli anni della guerra proseguì l’attività artistica e espositiva, allestendo una personale nel 1947 a Biella e l’anno successivo partecipò alla XXIV Biennale di Venezia. Nel 1950 decise di trasferirsi a Sanremo e tra il 1952 e il 1953 realizzò su commissione un’opera per il Consiglio Regionale di Cagliari. Espose poi presso il Teatro Civico di Sassari e a Parigi nei saloni dell’ENIT. Nel 1959 si aggiudicò ex aequo il premio Bagutta-Spotorno e nel 1961 portò a compimento il suo lavoro più impegnativo come illustratore Storia della mia vita di Giacomo Casanova e nel 1970 le tavole per la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Nel 1986 si spense nel suo studio romano.

Giorgio Todde

GIORGIO TODDE (Cagliari 1951) medico oculista e scrittore lavora e vive a Cagliari. Esordisce nel 2001 con il romanzo Lo stato delle anime, ispirato alla storia di un imbalsamatore-detective, Efisio Marini. Allo stesso personaggio sono dedicati i romanzi successivi intitolati rispettivamente Paura e cane, L’occhiata letale, E quale amor non cambia e L’estremo delle cose. Oltre a questa serie lo scrittore cagliaritano ha affiancato romanzi di un noir metafisico ed esistenziale, come La matta bestialità ed Ei. I suoi libri sono tradotti in diverse lingue. Insieme a G. Angioni, M. Murgia e M. Fois è fondatore del Festival letterario di Gavoi. Nel 2001 si è aggiudicato il premio “Regium Julii” e nel 2002 quello “Giuseppe Berto”. Collabora inoltre con il quotidiano “La Nuova Sardegna”.

Grazia Deledda

GRAZIA DELEDDA (Nuoro 1871-Roma 1936), segnata dalla determinante influenza della sua famiglia «un po’ paesana e un po’ borghese», e dalla comunità agro-pastorale del natio borgo barbaricino, frequentò le scuole fino alla quarta elementare per poi dedicarsi ad una appassionata e proficua esperienza di “lettrice autodidatta”. Appena diciassettenne, iniziò a collaborare con le più importanti riviste e periodici dell’epoca. L’11 gennaio del 1900 si sposò con Felice Madesani e, qualche mese dopo, si trasferì a Roma. Nel 1927, il 10 di dicembre, l’Accademia Svedese le conferì il Premio Nobel per la letteratura per l’anno 1926. È considerata una delle più grandi scrittrici del ’900, la cui sterminata produzione letteraria è formata da innumerevoli racconti, romanzi, prove teatrali e da oltre quattrocento testi novellistici.