ANTONIO ATZA (Bauladu 1925-Bosa 2009) inziò presto a dipingere e dopo il ginnasio frequentò l’istituto d’arte di Sassari seguendo gli insegnamenti di Dessy, Fara e Figari. Completati gli studi si dedicò all’insegnamento e alla ricerca artistica. Le prime opere furono ritratti di personaggi di Bosa, dove trascorse parte dell’infanzia. Nel 1957, in occasione della prima edizione del Premio Sardegna, strinse amicizia con Mauro Manca, a cui si deve l’introduzione di molte novità artistiche nell’isola. L’anno successivo fu creata l’associazione Studio 58 con la quale Atza entrò in contatto. Sempre al 1958 risale la sua prima opera futurista, l’Autoritratto, ma già l’anno seguente i suoi dipinti a soggetto ferroviario si avvicinano allo stile neorealista. Nel 1960 in occasione di una mostra allestita da Studio 58 Atza espose le Sabbie, serie di polimaterici su tela; allo stesso anno risalgono Blues, serie di opere astratte in cui compaiono delle simbologie assimilabili al mare e al sogno. La sua ricerca artistica si aprì alle esperienze della pop art creando linguaggi innovativi e surreali con l’utilizzo di plastiche colorate. Negli anni ’70 si dedicò a paesaggi classicheggianti e surreali come Modificazioni e Rifugi per gabbiani. È considerato uno di pittori più rappresentativi della pittura contemporanea sarda.
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Giuseppe Magnani
GIUSEPPE MAGNANI (San Benedetto Po, Mantova 1913-Sassari 2007 ) si trasferì in Sardegna da ragazzino, dopo aver frequentato la scuola d’arte di Mantova. Nell’isola entrò subito in contatto con l’ambiente artistico locale stringendo amicizia con Francesco Ciusa e Filippo Figari. Il suo talento si rivelò molto presto quando iniziò a dipingere teste di fanciulli, ritratti, gruppi di animali e scene di miniera dall’influenza realistica di gusto ottocentesco. Negli anni successivi il suo stile si fece più naturale con colori luminosi e volumi strutturati in maniera più solida. Agli anni ’50 risalgono opere importanti come il ritratto della moglie (1955), Sardegna (1959), e Fabbriche (1955).
Nella maturità sviluppò un intenso lirismo che lo condusse a dipingere paesaggi e marine caratterizzate da atmosfere rarefatte e sospese.
Nel 1972 fu premiato con la medaglia d’oro al premio Sironi di Sassari. Negli ultimi trent’anni della sua carriera pittorica realizzò due personali, una nel 1976 e l’altra nel 1998 al Palazzo ducale di Sassari. Fu sempre un uomo piuttosto riservato e meditativo, un artista silenzioso. È scomparso a Sassari nel 2007.
Joan Mates
JOAN MATES (Vilafranca del Penedès 1390-Barcellona 1431) pittore catalano, appartenente alla corrente del gotico internazionale, si stabilì a Barcellona dove collaborò con il pittore Pere Serra all’opera Vergine e santi di Siracusa (1410) e il retablo de l’Annunciazione per la chiesa di San Francesco nel quartiere di Stampace di Cagliari e il retablo, scomparso, della cattedrale di Barcellona. Strinse ottimi rapporti con la nobiltà catalana dai quali ricevette diverse commissioni come quella della famiglia Cervelló per il retablo di Sante Jaume di Vallespinosa. Al periodo tra il 1403 e il 1418 risalgono opere per i santuari di santa Maria de Penyafel, san Michele e santa Lucia, e il grande retablo della cattedrale di Barcellona. Lavorò fino all’anno della sua morte, nel 1431. Alcuni suoi lavori sono oggi conservati tra Barcellona, Madrid e Cagliari. Il suo stile, pur rifacendosi alle tecniche dei modelli trecentisti, introdusse nuovi elementi come l’allungamento degli elementi tipico del gotico internazionale e delle figure stilizzate dalla forte caratterizzazione espressiva.
Primo Sinòpico
PRIMO SINÒPICO (Cagliari 1889-Milano 1949) nome d’arte di Raoul Chareun, trascorse gli anni dell’infanzia nella città natale, Cagliari, dove frequentò il Convitto Nazionale e si iscrisse all’Università. Nel 1909 si trasferì a Padova, dove frequentò per qualche anno, senza larurearsi, la Facoltà di Ingegneria, e collaborò con alcuni giornali satirici locali. Dal 1910 cominciò a lavorare come vignettista sotto lo pseudonimo di Primo Sinòpico In breve tempo la sua fama crebbe al punto da pubblicare una propria raccolta nel 1914, dal titolo Eterno femminino, incentrata su una raffinata satira nei confronti della borghesia veneta.
Allo scoppio dalla Prima guerra mondiale si trasferì a Milano e si dedicò all’illustrazione prevalentemente di libri per ragazzi e alla realizzazione di manifesti, in particolare per l’editore Umberto Notari che gliene commissionò 57, eseguiti tra il 1917 e il 1920, per diverse industrie italiane. Partecipò a numerose edizioni della Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, ottenendo buoni risultati. Il suo stile si caratterizzò per linee sottili, immagini essenziali, una colorazione con due o tre elementi e grande schematizzazione. Morì a Milano nel 1949.
Francesca Devoto
FRANCESCA DEVOTO (Nuoro 1912-1989) di famiglia benestante, studiò presso lo studio fiorentino della pittrice Nerina Simi ed espose, riscuotendo un certo successo, nel 1935 alla VI Mostra Sindacale di Nuoro e l’anno successivo a Cagliari alla Galleria Palladino. Grazie alle favorevoli condizioni economiche della famiglia riuscì ad aprire un proprio studio. Predilesse scene reali e quotidiane piuttosto che di folklore, prive di caratteri regionalistici. La sua pittura si caratterizzò per l’indagine del soggetto e la specificità degli individui ritratti. Si dedicò anche alle vedute d’interno, dipigendole in maniera minuziosa, di gusto prettamente miniaturistico e aventi come soggetto il suo studio Decò o ambienti di stile moderno dove la figura umana era parte d’elemento d’arredo. Dopo una pausa durante la guerra riprese a dipingere nel suo studio e morì a 77 anni, nel 1989, nella sua città natale.
Mario Delitala
MARIO DELITALA (Orani 1887-Sassari 1990) importante artista isolano, iniziò sin da piccolo a mostrare un forte interesse nei confronti del disegno. Nel 1907 si trasferì a Milano dove lavorò nella pubblicità e si iscrisse al Corso di Disegno Litografico. Nel 1911 una malattia lo costrinse a tornare ad Orani dove realizzò le opere Il pastore e Il seminatore. Si trasferì poi a Cagliari dove decorò alcune sale del Museo del Palazzo Civico e collaborò con altri intellettuali con la rivista “Sardegna”. Nel 1916 partecipò alla I Esposizione Artistica Sarda di Sassari, nel 1920 alla XII Biennale di Venezia, nel 1921 alla I Mostra Regionale d’Arte Sarda di Cagliari, seguendo in questi anni la Scuola Libera di Incisione all’acquaforte. Tornato di nuovo in Sardegna si aggiudicò nel 1924 la decorazione di alcune sale del Comune di Nuoro, collaborò con la rivista Il Nuraghe, realizzò alcuni disegni per opere di Grazia Deledda e si dedicò prevalentemente alla ritrattistica. Alla fine del 1926 si trasferì a Sassari, si dedicò alla decorazione della cattedrale di Lanusei e negli anni ’30 continuò a partecipare alle mostre regionali e nazionali più importanti e accettare commissioni da parte di università e istituzioni pubbliche ed ecclesiastiche. Nel 1935 l’artista fu colpito da un grave lutto, la morte del figlio. Tre anni dopo, nel 1938, si aggiudicò il Premio Presidenza Biennale. Negli anni ’40 diresse alcuni istituti d’arte, tra cui quelli di Perugia, Pesaro e Palermo e negli anni ’50 proseguì anche la sua attività di decoratore. A partire dagli anni ’60 rientrò a Sassari dove continuò a dipingere e dove morì a 103 anni nel 1990.
Costantino Nivola
COSTANTINO NIVOLA (Orani 1911-Long Island, N.Y. 1988) grafico, pittore e scultore lascia Orani nel 1929 per seguire il pittore M. Delitala a Sassari. Tra il 1931 e il 1936 è studente all’ISIA di Monza. Diplomatosi in grafica, diviene direttore artistico della Olivetti, per la quale realizza diversi pannelli decorativi per il padglione italiano dell’Esposizione universale di Parigi. Nel ’39 si stabilisce a New York dove, a contatto con gli architetti Le Corbusier, P. Rudolph, E. Saarineen, J.L. Sert, sperimenta la possibilità di un’“arte totale”. Alla fine degli anni ’50 perfeziona la tecnica scultorea del “sand casting”, che gli varrà numerose richieste per la decorazione di edifici, piazze ed interni. Nel ’58 espone per le strade di Orani. Di particolare suggestione è la piazza che realizza nel ’66 a Nuoro dedicata a Sebastiano Satta e, dell’88, un importante intervento scultoreo nel Palazzo della Regione a Cagliari. Il suo approccio sperimentale gli ha permesso di elaborare un linguaggio originale recuperando suggestioni iconiche arcaiche di grande impatto emotivo. Sono stati pubblicati postumi due suoi scritti: Ho bussato alle porte di questa città meravigliosa (1993) e Memorie di Orani (1996). A Orani, nel ’95, nascono in sua memoria un Museo e una Fondazione a suo nome.
Marc Chagall
MARC CHAGALL (Liosno 1887-Paul de Vence 1985) compì i suoi studi prima a Vitebsk fino al 1909 quando si iscrisse all’Accademia di Pietroburgo. L’anno successivo si trasferì a Parigi dove entrò in contatto con le correnti del Fauvismo e del Cubismo inserendosi negli ambienti artistici d’avanguardia e stringendo amicizia con Delaunay e Apollinaire. Nel 1912 espose al Salon des Indépendants a al Salon d’Automne e nel 1914 il mercante berlinese Walden gli allestì una personale. Al sopraggiungere della guerra Chagall fu costretto a tornare a Vitebsk dove fondò un istituto d’arte che diresse fino al 1920. Si trasferì poi a Mosca dove lavorò alle decorazioni del teatro Kamerny. Nel 1923 partì prima per Berlino poi per Parigi, lavorando a illustrazioni per libri. Nel 1924 espone alla Galerie Barbazanges-Hodeberg e trascorse un periodo in viaggio tra Europa e Palestina. Continuò ad esporre in Germania fino a quando con l’ascesa del nazismo al potere le sue opere non furono confiscate dai musei. Fu così che fu costretto a rifugiarsi in America facendo ritorno a Parigi nel 1947 e trasferendosi a Vence nel 1949. Le sue opere vennero esposte in Europa e in America e ricevette numerose commissioni per decorare edifici pubblici, come la cattedrale di Metz, la Metropolitan Opera House di New York e il grande mosaico di Chicago. La sua pittura fu fortemente ispirata alla vita popolare della Russia europea e alla cultura ebraica e caratterizzata da colori vivaci e brillanti, indipendenti dalla forma. Morì nel 1985 a Saint-Paul de Vence.
Felice Melis Marini
FELICE MELIS MARINI (Cagliari 1871-1953) di famiglia borghese, dopo il diploma tecnico soggiornò qualche mese, tra il 1893 e il 1894 a Roma, dove entrò in contatto con il naturalismo italiano e la pittura di paesaggio italiana che lo influenzarono in tutta la sua produzione. Nella capitale tornò poi tra il 1897 e il 1901 quando frequentò la scuola libera di nudo e apprese anche tecniche di incisione. Nel 1902 ottenne la sua prima personale a Cagliari. I due anni successivi seguì dei corsi all’Accademia di Venezia grazie ai quali accrebbe il suo amore per il vedutismo e l’acquaforte raggiungendo interessanti esiti di carattere compositivo e luministico pervasi da un lirismo malinconico. Marini si dedicò anche all’illustrazione grafica per copertine, cartoline ed inviti. Nel 1904, tornato nell’isola, espose con F. Figari e guadagnandosi la stima del pubblico e dei colleghi. Nel 1911 gli fu assegnata la medaglia d’oro a Torino a seguito della quale si moltiplicarono anche le commissioni pubbliche. Parallelamente alla pittura realizzò delle acqueforti tra le quali la famosa Tanca e nel 1916 pubblicò L’acquaforte: manuale pratico. Nel 1921 fu tra gli organizzatori della Mostra d’arte sarda, e tra gli anni ’20 e ’30 intensificò la sua attività di grafica editoriale e quella espositiva e organizzativa, diventando segretario del Sindacato regionale di belle arti della Sardegna. Dopo la seconda guerra mondiale la sua attivtà rallentò, tuttavia presiedette e partecipò alla I Libera Esposizione regionale d’arte a Cagliari. Gli ultimi anni della sua vita furono ricchi di riconoscimenti: fu nominato rappresentante per la Sardegna dell’Associazione nazionale per i paesaggi e i monumenti pittoreschi d’Italia, ispettore onorario della Soprintendenza bibliografica e accademico di merito dall’Accademia di Perugia. Morì nella sua città natale nel 1953.
Etienne Dinet
ETIENNE DINET (Parigi 1861- 1929) studiò al liceo con il futuro presidente F. Mitterand e dopo il diploma si iscrisse nel 1881 all’École Nationale Supérieure des Beaux Arts e partecipò al Salon des artistes français. Nel 1884 partì nel sud dell’Algeria dove realizzò alcuni dipinti. Nel 1889 vinse la medaglia d’argento all’Esposizione universale e nello stesso anno fondò Société Nationale des Beaux-Arts insieme a Rodin, Meissonier, de Chavannes e Cottet. Inoltre nel 1887 fondò inoltre la Société des Peintres Orientalistes Français. Nel 1903 acquistò una casa a Bou Saâda e lì trascorreva tre quarti dell’anno. Si convertì all’Islam nel 1908 cambiando il suo nome in Nasr’Eddine. La sua pittura era piuttosto conservativa e i soggetti per la maggior parte di carattere orientalistico e di carattere anedottico. Fu molto attivo anche come traduttore di opere appartenenti alla letteratura araba in francese.