Nino Siglienti

NINO SIGLIENTI (Sassari 1903-Milano 1929) di famiglia alto-borghese si formò all’Istituto tecnico La Marmora e si dedicò da giovanissimo al disegno. Inizialmente realizzò caricature ed allestimenti per spettacoli universitari goliardici, celebre fu The Frenetic Universitary Jazz Band Orchestra. Siglienti fu affascinato soprattutto dalle arti applicate. Il suo stile fu caratterizzato inizialmente dall’horror vacui e per questo si trovano nelle sue opere richiami a diverse culture, compresa quella sarda; successivamente si avvicinò al Decò adottando linee più essenziali, limpidezza nel disegno e nella composizione e tonalità delicate apllicate sia a soggetti regionalistici che a soggetti tratti da immaginari storicistici. Nel 1925 fu assunto a Milano al Teatro della Scala per il quale creò figurini per le opere in cartellone. Successivamente gli furono commissionati diversi lavori anche nel settore del design, delle decorazioni, dell’illustrazione e del giocattolo. Morì prematuramente all’età di 26 anni per un male incurabile.

Giovanna Cerina

GIOVANNA CERINA (Nuoro 1932-Cagliari 2009) a seguito della laurea in Lettere ha insegnato per vari anni presso scuole medie superiori a Cagliari e a Nuoro. È entrata poi all’Università di Cagliari prima come assistente del prof. C. Salinari, poi come professore associato di Letteratura italiana. È stata sempre impegnata in una vasta attività di promozione culturale, in Sardegna, in Italia e all’estero, tenendo corsi di formazione per insegnanti e di educazione per adulti. Ha fatto parte del CdA dell’ERSU, del comitato scientifico dell’Istituto Regionale Etnografico di Nuoro e di quello della Ilisso. I suoi interessi scientifici si sono concentrati sulla narritiva dell’800 e del ‘900, con saggi su Pirandello, Clavino, Deledda e altri autori sardi, e sul racconto fiabesco. È stata inoltre redatrice della rivista letteraria “Portales”, presidente della Fondazione “Angela Tocco” di Dorgali e tra i soci fondatori dell’Associazione “Progetto Sardegna”.

Grazia Deledda

GRAZIA DELEDDA (Nuoro 1871-Roma 1936), segnata dalla determinante influenza della sua famiglia «un po’ paesana e un po’ borghese», e dalla comunità agro-pastorale del natio borgo barbaricino, frequentò le scuole fino alla quarta elementare per poi dedicarsi ad una appassionata e proficua esperienza di “lettrice autodidatta”. Appena diciassettenne, iniziò a collaborare con le più importanti riviste e periodici dell’epoca. L’11 gennaio del 1900 si sposò con Felice Madesani e, qualche mese dopo, si trasferì a Roma. Nel 1927, il 10 di dicembre, l’Accademia Svedese le conferì il Premio Nobel per la letteratura per l’anno 1926. È considerata una delle più grandi scrittrici del ’900, la cui sterminata produzione letteraria è formata da innumerevoli racconti, romanzi, prove teatrali e da oltre quattrocento testi novellistici.