Brancaleone Cugusi

BRANCALEONE CUGUSI (Romana 1903-Milano 1942) fu cresciuto dalle zie e dai nonni a Tempio Pausania. Nel 1914 cominciò le scuole medie a Roma, ma lo scoppio della guerra lo costrinsero a tornare in Sardegna. Nel 1921 morì prima la sorellina, poi la madre e Brancaleone quando il padre si risposò riprese gli studi e cominciò a dedicarsi alla pittura.  Dopo un paio d’anni trascorsi nella facoltà di Legge di Sassari nel 1929, nonostante l’opposizione del padre decise di dedicarsi interamente all’arte figurativa. Nel 1931 lavorò come cartellonista pubblicitario e poi come figurinista alla Rinascente con lo pseudonimo di Navarra. Tuttavia malato e indebitato fu costretto a tornare in Sardegna nel 1934 dove realizzò alcuni ritratti ed ottenne dalla cognata e dalla sorella un contratto di finanziamento e produzione dei quadri. Durante questo periodo modificò la sua tecnica passando da “mezza a tutta pasta” e perfezionando la tecnica del reticolo. Nel 1940 tornato a Roma aprì per circa un anno uno studio e si dipinse il Giovane con l’impermeabile grazie al quale fu invitato ad esporre a Milano nel 1941. L’anno successivo le sue condizioni di salute peggiorarono e morì nel capoluogo lombardo.

Nicola Lecca

NICOLA LECCA (Cagliari 1976) giovane scrittore che vive in giro per il mondo. Nel 1999 ha debuttato con Concerti senza orchestra, arrivato tra i finalisti al Premio Strega. Fra gli altri riconoscimenti letterari ricevuti figurano: il Prix du Premier Roman, il premio della società lucchese dei lettori, il premio Settembrini, il premio Joyce Lussu, il premio dell’Accademia del Ceppo, il premio Basilicata e il premio Rhegium Julii per l’opera prima. Ha inoltre scritto per le redazioni culturali di numerosi quotidiani e periodici, inclusi L’Unità, La Stampa, Il Giornale e L’Unione Sarda. Ha inoltre tenuto conferenze presso le Università e negli Istituti di Cultura di numerose città europee. Ha scritto, fra l’altro saggi filosofici L’amore perduto per l’attesa e Di quasi tutto non ci accorgiamo. Le sue opere sono presenti in quindici Paesi europei.

Grazia Deledda

GRAZIA DELEDDA (Nuoro 1871-Roma 1936), segnata dalla determinante influenza della sua famiglia «un po’ paesana e un po’ borghese», e dalla comunità agro-pastorale del natio borgo barbaricino, frequentò le scuole fino alla quarta elementare per poi dedicarsi ad una appassionata e proficua esperienza di “lettrice autodidatta”. Appena diciassettenne, iniziò a collaborare con le più importanti riviste e periodici dell’epoca. L’11 gennaio del 1900 si sposò con Felice Madesani e, qualche mese dopo, si trasferì a Roma. Nel 1927, il 10 di dicembre, l’Accademia Svedese le conferì il Premio Nobel per la letteratura per l’anno 1926. È considerata una delle più grandi scrittrici del ’900, la cui sterminata produzione letteraria è formata da innumerevoli racconti, romanzi, prove teatrali e da oltre quattrocento testi novellistici.